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giovedì, Aprile 17, 2025

    Abitare a Caselle: pro e contro

    Per un ragazzo, meglio la città o meglio vivere da noi?

     

    Quello tra città e campagna è un conflitto che dura da alcuni secoli. Ma non è più un conflitto netto. Si sono create delle vie di mezzo tra la campagna e la città. Si tratta di paesi che si sono evoluti, attirando in modo permanente diverse migliaia di persone, che si sono dotati di ospedali vicini, di buone vie di comunicazione e di buoni mezzi di trasporto, di supermercati e via dicendo. Caselle può essere considerata a buon diritto un paese di questi. In quaranta minuti di Sadem si arriva a Porta Susa, in centro a Torino, senza però avere il traffico costante sotto casa da mane a sera.  Per un bambino crescere a Caselle è fantastico, sicuramente meglio che crescere a Torino. A Caselle tuo papà può portarti a scuola in bici senza paura di essere investito e alla fine delle lezioni la mamma di un tuo amico può accompagnarti ai giardinetti a piedi. Se ti perdi e sei bambino, di sicuro qualche anzianotta si fermerà a vedere cosa succede e non ci sarebbe da stupirsi se fosse amica di tua nonna o della tua vicina di casa. Quando sei un po’ più grandicello puoi già iniziare ad andare a scuola da solo senza paura che ti rapiscano o ti offrano della droga. Se sei maturo i tuoi genitori possono farti anche uscire da solo, senza stare troppo in pensiero, il pomeriggio, per andare a giocare a calcetto in Oratorio, dove comunque tutti sanno più o meno chi sei, o la sera, con i tuoi amici, che probabilmente abitano a non più di 10 minuti a piedi da casa tua. A Caselle diventi autonomo prima, perché essendo in un ambiente più protetto puoi prenderti prima certe responsabilità che i tuoi coetanei di Torino non possono ancora prendersi. Lo stacco cominci a sentirlo quando inizi le superiori. A Caselle di licei non ce ne sono quindi devi andare a Ciriè, nella migliore delle ipotesi, altrimenti a Torino. Il periodo del liceo è il periodo in cui si inizia a mugugnare perché si abita fuori città, soprattutto se la tua nuova scuola è a Torino. Gli amici delle medie inizi a perderli, e quelli del liceo, se ti va male, abitano quasi tutti in città. Cominci a essere innervosito di doverti svegliare alle sei di mattina, mentre il tuo amico che abita in piazza Bernini si sveglia alle sette e un quarto. Poi, quando tutto il gruppo si dà appuntamento dopo mangiato, a te tocca mangiare fuori, sperando che ci sia qualche altro sventurato che abita come te nella “cintura”, e che non è disposto a farsi un’ora di mezzi pubblici per fare pranzo e poi un’altra ora per tornare in città, così almeno ti fa compagnia. Mangi dunque fuori, e se non ti porti da mangiare da casa (ma nel caso devi aver progettato la tua giornata già la sera prima), ti tocca andare in qualche bar o dal kebabbaro, perché sei comunque uno studente e non hai il portafoglio del ministro del tesoro. Poi esci con i tuoi amici. L’uscita è così piacevole che  si può restare fuori anche a cena e poi decidere di andare a fare una serata in discoteca. Tu sei entusiasta, ma poi ti ricordi che la tua ultima occasione per tornare a casa è il Sadem delle ventitré e trentotto minuti a Porta Susa, a meno che tu non abbia un amico o una fidanzata disposti ad ospitarti per la notte (ma nel caso devi di nuovo saperlo prima perché spazzolino e pigiama non si prendono da soli). Se lo perdi, devi chiamare casa e vedere se vengono a recuperarti, cosa non scontata. Allora in fretta e furia corri a prendere il bus e così verso mezzanotte e mezza apri finalmente la porta di casa. Verso gli ultimi anni di liceo diventa un po’ snervante anche se gli amici li hai a Caselle, perché se vi gira di uscire è garantito che in centro non troverete nemmeno un bar aperto per prendere una birra. Un grande economista aveva detto che l’offerta crea la sua propria domanda, ma a molti commercianti sembra che vada bene così. Ad ogni modo, l’università sei obbligato a farla a Torino. Ti consigliamo di non scegliere economia perché altrimenti devi andare fino in Corso Unione e svegliarti alle cinque e mezza. A diciotto anni però succede una cosa magica. Prendi la patente, e con quella ti senti invincibile. Quando la macchina non serve a mamma o papà vai e vieni come ti pare, giustamente pagandoti la benzina. Certo non puoi bere nemmeno una goccia di alcol, se usi il collutorio per lavare i denti prima di uscire e ti fermano ti levano la patente, ma alla fine sono regole da rispettare. E di lì in poi devi vedertela tu. Alcuni, esasperati, scelgono di condividere un bilocale con qualcuno a Torino, salvo poi magari stufarsi del caos cittadino e tornare in qualche dolce paesello a mettere su famiglia. Altri invece continuano a farsi il Sadem avanti e indietro (non ho parlato della Torino-Ceres perché, arrivando fino in Piazza Baldissera, è perfettamente inutile), che alla fine se hai qualcuno che ti fa compagnia, che può essere anche solo un libro, non è nemmeno così noioso.  Per concludere, ci sono tanti pro e tanti contro, ma alla fine Caselle, va detto, va ancora bene. Ascolta un po’ tutte le esigenze: non è troppo lontana da Torino, è ben collegata, ma è sufficientemente fuori. Per certi versi, secondo alcuni, è fin riposante, una volta che ti sei abituato agli aeroplani.

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