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lunedì, Aprile 21, 2025

    Viù e il suo museo

     

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    La mostra dedicata a Alberto Neuchuler ( 1867 – 1944 ) ospitata presso il Museo Diffuso di Arte Sacra a Viù s’è felicemente conclusa con l’acquisizione di uno splendido dipinto di Giovanni Guarlotti ( “Tornetti” ) e il ritrovamento di un’opera datata 1913 firmata da
    Neuchuler raffigurante due barche sulla riva d’un lago.
    Ma il museo di Viù attende i visitatori con l’esposizione di un considerevole numero di opere d’arte culminante nella pala d’altare giunta dalla frazione Venera raffigurante un’Ostensione della S. Sindone alla presenza dei duchi di Savoia Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I; accanto, una tela di piccole dimensioni con la reliquia-icona annodata ai lati superiori realizzata, secondo don Caccia, “in sostituzione degli affreschi scomparsi che erano contenuti nella cappella di Lemie” ( 1 ).
    Segni entrambi che confermano il passaggio dei “linceul” nella valle di Viù.
    Sono circa 70 le cappelle presenti nella valle ( in più le due parrocchiali di Viù ) dalle quali provengono preziosi paramenti, arredi liturgici, dipinti, reliquiari, anche minuscoli.
    La grande vetrina che accoglie i manufatti splende per gli ori; ostensori, pissidi in particolare, donati dalle povere genti delle valli dopo le epidemie, i viaggi oltremare, i miracoli avvenuti qua e là.
    Fra le opere scultoree spiccano la statua dorata della Madonna del Rosario, un putto che regge la pisside, il dolente crocifisso ligneo, il Cristo deposto opportunamente esposto al di sotto di un dipinto compositivamente interessante pur esso raffigurante la scena della Deposizione.
    Il primo spazio espositivo coincide invece con la Confraternita del SS. Nome del Gesù completamente dipinta e restaurata, dominata dal ligneo altare blu e oro che accoglie un pregevole dipinto.
    Il museo costituisce una ricchezza per la valle e s’affianca al museo “Arnaldo Tazzetti” di Usseglio che ospita mostre temporanee ma altresì are romane, la splendida figura medievale di “San Bernardo da Mentone”, dipinti ( da Cesare Ferro Milone a Sauli d’Igliano, a opere attribuite al Rapous ), la sala dedicata agli animali di montagna imbalsamati, e siti rupestri quali la “Roccia dei giochi”.
    Gian Giorgio Massara

    1) Cfr. M. Fugazza, M. Periotto, Sulle tracce della Sindone, EBS print. 2017

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