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giovedì, Aprile 17, 2025

    Pennarex, l’anima figurativa della new wave torinese

    L’arte post moderna di Bruno Zanichelli

    Al di là di ogni facile e superficiale revival degli anni Ottanta – decennio peraltro molto complesso e controverso – va detto che la realtà della cultura giovanile torinese, soprattutto nel periodo 1980 – 1985 era assolutamente vivace e interessante. Era la musica ovviamente a dominare la scena e intorno ad essa ruotava tutto il nightclubbing cittadino, con locali ormai leggendari come il Tuxedo, il Metro, il Centralino ed emittenti radiofoniche come Radio Flash e Radio Torino Popolare. E tutta una serie di manifestazioni artistiche che andavano dal cinema alle fanzine, alla video art, alla pittura e alla grafica. Ad essere l’interprete figurativo del mondo new wave subalpino di quegli anni è stato Bruno Zanichelli, in arte Pennarex, nato a Torino nel 1963 e morto a Collegno nel 1990 a soli 27 anni. Un artista che in ambito cittadino, come avrebbe detto Andrea Pazienza, era “praticamente una rockstar”.
    Nel suo tratto grafico e pittorico ritroviamo riverberi dell’arte fumettistica della rivista Frigidaire, con artisti come Andrea Pazienza, Tanino Liberatore, Stefano Tamburini. Giorgio Carpinteri, Massimo Mattioli. Bruno Zanichelli è considerato uno dei fondatori del movimento che venne definito “Scuola di Torino” che si delineò sullo scadere degli anni Ottanta e che ebbe tra i suoi artefici, oltre allo stesso Zanichelli, Pier Luigi Pusole, Enrico De Paris e Daniele Galliano. Un movimento che venne poi inserito in quella tendenza chiamata “Medialismo” da Gabriele Perretta, termine coniato in un catalogo del 1993, per dare risalto ad una tendenza figurativa che “prendeva spunti iconografici e stilistici dai Mass Media: fotografia, cinema, video, computer grafica, pubblicità, fumetti e videogiochi.
    A lui la fondazione Sandretto Re Rebaudengo dedicò un’ampia e dettagliata retrospettiva nella primavera del 1999 all’interno del Palazzo Re Rebaudengo Guarene d’Alba; un’esposizione che raccoglieva circa ottanta dipinti e opere su carta che documentavano tutto il percorso di lavoro dell’artista. Motivo di particolare interesse rivestiva, nel catalogo, la pubblicazione degli scritti fino ad allora inediti del pittore, appunti fitti e riflessioni affidati a taccuini e fogli sparsi. In una di queste pagine, Zanichelli scriveva: “Conscio, o comunque sospettoso del fatto di non avere sessant’anni di carriera innanzi dovuto al castigo del mio male, decido di comprimere questi anni ipotetici di lavoro nel minor tempo a disposizione, di cui comunque non consola la quantità. Opero così un’accelerazione tecnica, stilistica, mentale e produttiva che dovrebbe consentirmi una proiezione ad inerzia verso quel tempo che forse non potrò avere. È così che, a ventisei anni, lavorando da tre, ho ottenuto con questo impegno molto di più di quanto ne avrei ottenuto senza la mia nefasta peculiarità. In quest’arco di tempo sono invecchiato molto; ho modificato il mio lavoro e mi sono affaticato parecchio”.
    Ma per noi che abbiamo vissuto il movimento new wave torinese dei primi anni Ottanta, Bruno Zanichelli rimane soprattutto Pennarex, che decenni prima della computer graphic, seppe interpretare e accompagnare in modo personalissimo la vivace scena musicale subalpina con i suoi flyer in bianco e nero che pubblicizzavano le esibizioni delle band cittadine, come quello, indimenticabile, per il concerto dei Deafear all’Off Limits di via San Tommaso.
    Per conoscere meglio l’arte di questo eternamente giovane e per lo più dimenticato creativo torinese, si può far riferimento alla pagina Facebook che porta il suo nome e al sito www.brunozanichelli.it

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    “Lo scopo principale rimane quello di essere imprendibili, non catalogabili, con la voglia di attivare più possibilità espressive, di poter essere cento cose diverse e di poterle raccontare in cento modi diversi, usando di volta in volta il linguaggio consono.”
    (tratto da equilibrarte.org )

    2 Commenti

    1. Sempre bello ricordare Bruno e ringrazio per l’articolo bisognorebbe però dire che fui io il promotore critico di quelle situazioni il Medialismo del mio amico Perretta arrivò qualche anno dopo. Fui anche il creatore dell’Off Limits di via Principe Tommaso dove si tenne il concerto dei Defear il cui flyer venne disegnato dall’artista. Edoardo Di Mauro

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    Luigi Bairo
    Luigi Bairo
    Autore, giornalista e musicista. Ha pubblicato libri dedicati alla “cultura della bicicletta”, resoconti di viaggio, testi di argomento pedagogico, di narrativa per ragazzi e di storia locale. Ha scritto di musica per il settimanale Il Risveglio ed è autore per la rivista Canavèis.

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