Dopo aver trattato le difficoltà legate al calo del desiderio e dell’eccitazione, in questo numero voglio parlarvi dell’orgasmo e della sua impossibilità a raggiungerlo.
L’orgasmo è una sensazione di profondo piacere, benessere e appagamento, di durata e intensità variabile, che crea un’ alterazione transitoria della coscienza: uno stato di trance per intenderci.
Un’esperienza breve e totalizzante che agisce a livello ormonale, neuro-fisiologo, ed emotivo: aumento di ossitocina, prolattina, noradrenalina (conosciuti come ormoni della felicità ); aumento del battito cardiaco; coinvolgimento delle aree deputate al piacere e all’emotività; contrazioni ritmiche e involontarie del pavimento pelvico per le donne; inevitabilità a eiaculare ed eiaculazione per l’uomo.
Nonostante la letteratura riconosca come disturbo solo l’orgasmo femminile, il riscontro clinico non fa distinzioni di sesso e fa dell’anorgasmia la più diffusa problematica legata alla sessualità, spesso associata a disturbo del desiderio o dell’eccitazione.
Il disturbo dell’orgasmo è caratterizzato dalla difficoltà a raggiungerlo o dalla marcata riduzione dell’intensità delle sensazioni orgasmiche, oppure da un significativo ritardo dopo una soddisfacente stimolazione (il caso dell’uomo che pensa di essere più virile eiaculando il più tardi possibile! ). Può essere generalizzato, ovvero la difficoltà si presenta con tutti i partner; situazionale, legato quindi a un singolo partner (si pensi ad esempio ai rapporti occasionali); causato dal rilassamento del pavimento pelvico dovuto a più gravidanze; non vi si annoverano coloro che riescono a raggiungerlo autonomamente.
Escludendo cause organiche, quali malattie cardiovascolari, problemi legati all’ipofisi, uso di antidepressivi, incontinenza, interventi o lesioni del pavimento pelvico, le cause di questa difficoltà risiedono nell’emotività più profonda. L’intensità massima di piacere prevede una grande capacità di rilassamento e di abbandono all’altro: capacità che richiede un costo troppo alto per chi ha fatto esperienza di relazioni dolorose e intrusive, per le quali mantenere il controllo, mettere dei confini e mantenere una distanza sono state difese salvifiche! :”Se perdo il controllo sono in pericolo” questo è stato codificato e agisce a livello inconscio, in chi vorrebbe perdere il controllo ma non può: sarebbe troppo per lui\lei!
Come si interviene in questi casi? Banalmente, si fa per dire, si aiuta la persona a perdere il controllo, a lasciarsi andare. Si espone chi ne soffre gradualmente al piacere, ad esempio invitandolo alla masturbazione, e si costruisce una relazione solida, calda, accogliente, dove non occorre più stare in allerta per difendersi; una relazione così profonda da andare a ricostruire quelle che in passato non hanno funzionato.
Dott.sa Serena Marino
È troppo, non posso
- Advertisment -
METEO
Comune di Caselle Torinese
pioggia moderata
11.5
°
C
12.6
°
10.7
°
89 %
6.2kmh
100 %
Gio
14
°
Ven
15
°
Sab
11
°
Dom
16
°
Lun
9
°
ULTIMI ARTICOLI
Cos’è l’amministrazione di sostegno?
Occorre prestare molta attenzione ai temi scelti questo mese dal nostro notaio, il dottor Gabriele Naddeo. Una sentenza del Consiglio di Stato chiarisce alcuni...