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martedì, Aprile 15, 2025

    La bici cosmica di Pascoli

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    Molti sono gli scrittori e i poeti che sono stati suggestionati dalla silenziosa bicicletta, fin dalla sua prima comparsa sulle strade. Fra essi anche Giovanni Pascoli (1855-1912), il “poeta fanciullino” che vedeva nella sensibilità del poeta il “nido” in grado di proteggere gli uomini dal male. La poesia “La bicicletta” viene scritta nel 1903 ed è inserita nella raccolta “I canti di Castelvecchio”. In un meraviglioso susseguirsi di immagini quasi cinematografiche del mondo e delle sue creature che si disvelano allo sguardo privilegiato del pedalatore, dei personaggi che egli incontra per la via e che interagiscono con lui, il veloce moto della bicicletta diventa la metafora stessa del fugace trascorrere della vita. E dall’illusione ottica del paesaggio in movimento rispetto all’osservatore, sembra nascere una correlazione cosmica tra il moto della bici e quello universale del pianeta. Fino a quando inizia a calare la notte e il pedalatore, guidato dalla tenue luce della lampada, attraversa le oscure vie della città per far ritorno al tepore rassicurante della sua casa.

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    Mi parve d’udir nella siepe
    la sveglia d’un querulo implume
    Un attimo… Intesi lo strepere
    cupo del fiume.

    Mi parve di scorgere un mare
    dorato di tremule messi.
    Un battito… Vidi un filare
    di neri cipressi.

    Mi parve di fendere il pianto
    d’un lungo corteo di dolore.
    Un palpito… M’erano accanto
    e nozze e l’amore.
    dlin… dlin…

    Ancora echeggiavano i gridi
    dell’innominabile folla;
    che udivo stridire gli acrìdi
    su l’umida zolla.

    Mi disse parole sue brevi
    qualcuno che arava nel piano:
    tu, quando risposi, tenevi
    la falce alla mano.

    Io dissi un’alata parola,
    fuggevole vergine, a te;
    la intese una vecchia che sola
    parlava con sé.
    dlin… dlin…

    Mia terra, mia labile strada,
    sei tu che trascorri o son io?
    Che importa? Ch’io venga o tu vada,
    non è un addio!

    Ma bello è quest’impeto d’ala,
    ma grata è l’ebbrezza del giorno.
    Pur dolce è il riposo… Già cala
    la notte: io ritorno.

    La piccola lampada brilla
    per mezzo all’oscura città.
    Più lenta la piccola squilla
    dà un palpito, e va…
    dlin… dlin…

    Giovanni Pascoli

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    Luigi Bairo
    Luigi Bairo
    Autore, giornalista e musicista. Ha pubblicato libri dedicati alla “cultura della bicicletta”, resoconti di viaggio, testi di argomento pedagogico, di narrativa per ragazzi e di storia locale. Ha scritto di musica per il settimanale Il Risveglio ed è autore per la rivista Canavèis.

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