La ruota idraulica

Giro che fai, curiosità che trovi

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Al centro della rotonda di via Alle Fabbriche fa bella mostra di sé una ruota idraulica.
È costruita in metallo. Le pale sono ricurve, a cucchiaio, forse l’ingresso dell’acqua era dall’alto. Questo dettaglio non è cosa da poco. Le ruote che hanno l’ingresso del flusso dall’alto producono più forza e, quindi, più potenza, più lavoro. Il suo diametro è di circa 170 cm.
Purtroppo non è chiaro da dove proviene questo bel manufatto. L’unica notizia certa, passatami da Luca Baracco, e che fino a un po’ di anni fa era in stato di abbandono nel magazzino del comune. Allora, meritoriamente, fu deciso di installarla al centro della rotonda.
L’origine della ruota idraulica è antichissima. Sono stati trovati reperti archeologici che certificano la presenza di ruote idrauliche anche qualche migliaia di anni a.C.
Probabilmente le prime ruote nacquero in ambito mediorientale. Di certo la usavano anche i Romani.
Tuttavia il vero periodo d’oro di questa raffinata e apparentemente semplice macchina inizia nel medioevo, dopo l’anno mille.
Ovunque c’erano corsi d’acqua adatti venivano installate ruote idrauliche. Nei tempi antichi erano realizzate in legno, dato il costo e la rarità dei metalli. Queste ruote erano, e sono, sostanzialmente di due tipi: ad asse verticale (la ruota gira orizzontalmente) adatta a corsi d’acqua tipo torrenti di montagna con una bassa portata ma buona prevalenza: sono sostanzialmente delle turbine; ci sono poi quelle ad asse orizzontale (la ruota è in posizione verticale), adatta a corsi d’acqua con buone portate e basse prevalenze. Fondamentale è la configurazione delle pale.
Il periodo d’oro della ruota idraulica è stato il 1700. Cessa con l’avvento delle macchine a vapore e poi con il successivo sviluppo dell’energia elettrica.
In realtà l’uso della ruota idraulica non è mai cessato del tutto. Attualmente si appresta a vivere una nuova stagione di vita. Sicuramente avrà un ruolo non marginale vista la crisi energetica che condizionerà sempre più le società moderne. Al Politecnico di Torino, e non solo lì, sono in corso ricerche per approfondire la configurazione delle moderne ruote idrauliche.
La ruota idraulica è stata, nel corso del tempo, una soluzione che si configura come un vero toccasana per la vita dell’uomo, alleviando il suo lavoro in molti settori: molitura, tessitura, follatura dei tessuti, lavorazione dei metalli, segherie ecc.
Essa sfrutta una fonte energetica abbondante, continua e a basso costo e priva di controindicazioni ambientali.
A Caselle fino all’avvento delle innovative energie come vapore ed elettricità erano presenti numerose ruote idrauliche. Forse più di una quarantina. grazie a questa fonte di energia fu possibile dar vita a fiorenti attività come quelle della carta e del tessile che fecero di Caselle un polo industriale ante litteram.
Poco è rimasto di quei tempi gloriosi. Tuttavia sono tuttora presenti e attivi, in campo agricolo, i due canali principali che alimentavano i vari opifici: quello dei Sinibaldi e quello dei Molini. Visibili, tuttora anche in alcuni punti della città. Questi due canali andrebbero tutelati e valorizzati maggiormente e con più convinzione.

Nel complesso dell’ex Lanificio Bona, situato al termine dell’omonimo viale, è tuttora visibile una piccola centrale idroelettrica che produceva elettricità per i vari servizi del lanificio. È completa di tutti i componenti necessari. Dopo un’accurata revisione potrebbe, forse, riprendere a funzionare.
Teoricamente a Caselle, e nel circondario, esistono diverse realtà in cui si potrebbero installare ruote idrauliche adatte alla produzione di elettricità.
Spesso nel passato esistono soluzione per contribuire a risolvere le nuove crisi determinate da molteplici fattori. Sapremo cogliere queste opportunità?
Questa è la sfida che dovremmo accettare. Tutti.

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