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Comune di Caselle Torinese
sabato, Aprile 19, 2025

    Nole, distante da Torino miglia nove, vi è un clima temperato e sano…

    Dalla relazione dell'Intendente Sicco del 1753

     

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    Continuiamo con questo numero il nostro viaggio nel Settecento per vedere come si presentava il territorio a noi circostante agli occhi dell’Intendente di Casa Savoia Sicco, riportando quanto scritto nel 1753 nella sua relazione a seguito della sua ispezione, sempre ricca di dati sulla demografia, sull’economia, sull’ambiente e sulla amministrazione locale sia civile che religiosa, a cui accompagnava le sue osservazioni e i suoi richiami alle autorità locali per la corretta gestione del territorio.
    Come sempre per motivi di spazio la relazione non viene riportata integralmente, ma comunque tutte le parti più salienti sono trascritte in modo da capire come si presentava Nole all’epoca; la relazione viene anche in parte riscritta in forma più moderna, con tra parentesi alcune mie osservazioni e precisazioni.

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    Confini, Diocesi e situazione del luogo
    Questo luogo, che dipende dalla Diocesi di Torino, resta da essa città (Torino) distante miglia nove, unito insieme, e formante recinto, e vi è un clima ancora temperato, e sano.
    Questo territorio confina a levante con Ciriè, a mezzogiorno con Robassomero e Fiano, a ponente con quello di Grosso e Villanova, ed a mezzanotte con detto luogo di Ciriè.

    Capi di casa e qualità d’essi
    Tra il luogo, ed alcuni cascinali dispersi per il finaggio (il territorio) si contano capi di casa duecentosettantacinque, e considerando gli uni comparativamente agli altri come terrazzani (il Sicco come al solito ripartisce gli abitanti in tre fasce in funzione del reddito dando subito un’immagine dell’economia del paese) vi sono “commodi” (ossia benestanti) per un totale di 20, per meno “commodi” 150, e le rimanenti 105 famiglie qualificate come povere.
    Chiesa Parrochiale
    La Chiesa Parrochiale, a tre navate, è sotto il titolo di San Vincenzo, restando la medesima situata nel centro del luogo colla facciata rivolta verso ponente, ed il suo campanile unito d’un altezza considerabile, essendovi anche il suo cimitero attiguo dall’altra parte.
    (Ricordo che la chiesa venne riedificata nel 1678 a seguito dell’abbattimento della precedente chiesa e campanile di origine romanica. Nel novembre del 2006 l’alto campanile seicentesco crollò, distruggendo anche parte della chiesa, che venne in seguito ricostruita.)

    Collazione e reddito della Parrochiale
    Questo beneficio di cura d’anime si provede al concorso per esser di libera colazione.
    Al tempo della trasferta dell’Ufficio sul posto all’esame del causato si ritrovava Parroco il Sig. Don Giovanni Battista Costantino di Brà col titolo di Prevosto.
    Il reddito d’essa Parrocchiale si fa rilevar a lire 445 in tutto.
    Ecclesiastici secolari
    Come avevamo già riscontrato per Balangero e altri paesi con basso reddito e con poco sviluppo economico anche a Nole si ritrovano numerosi ecclesiastici, in quanto proprio in questa carriera i giovani avevano la possibilità di emergere e garantirsi un futuro stabile.
    Così troviamo “il maestro di scuola dalla Comunità, approvato dalla Regia Università, eletto e stipendiato dal Comune, nella persona di Don Domenico Novero, ed oltre a questo vi sono pure nel luogo i seguenti altri otto sacerdoti ecclesiastici:
    Don Giacomo Antonio Bertino, Don Giambattista Tibaldi, Don Giuseppe Rogliando, Don Domenico Corio, Don Giuseppe Bertino, Don Spirito Fornelli, Don Giacomo Beria e Don Grato Perelli.
    Otto sono anche i Chierici nativi del luogo che si ritrovano, che sono li Sig.ri Raimondo Pich, Giuseppe Perelli, Giacomo Ruella, Giò Paolo Novero, Francesco Brunetto, Bernardo Nepote, Valentino Tessiore e Giovanni Battista Perotto”.

    Confraternita
    In attinenza a detta Parrochiale vi è un oratorio della Confraternita sotto il titolo di Santa Croce, li Confratelli della quale incedono con abito bianco nelle funzioni (queste sono quelle che si occupavano degli infermi, da distinguersi da quelli che vestivano di nero che si occupavano dei morti).

    Vassallo
    Essendo questo luogo compreso nel Mandamento di Ciriè resta feudatario il Sig. Marchese Alessandro Doria del Maro col suo titolo Marchionale, e solidaria giurisdizione per tutti i cinque luoghi di Ciriè, Vauda di Ciriè, Nole, S.Maurizio e Vauda di S.Maurizio, che compongono il Mandamento suddetto.
    Esso Sig. Marchese fa la sua ordinaria residenza in Torino, essendo Colonnello del Reggimento Nazionale di questa Provincia.
    La Giurisdizione viene esercitata dallo stesso Giudice di Ciriè, e Mandamento, qual da detto luogo fa sua solita abitazione, e suole qua trasferirsi di tanto in tanto per provvedere agli occorrenti della giustizia, ed attualmente è il torinese Sig. Avvocato Giovanni Pietro Traggia.
    Non ha detto Sig. Giudice alcun luogotenente per il presente luogo, e serve in qualità di Segretario del Tribunale il Nobile Giovanni Carlo Nepote Patrizio.

    Occupazioni degli abitanti
    Avvocati di residenza non ce ne sono, e vi è il Sig. Medico Ignazio Domenico Corio nativo di Nole, che esercita con singolare credito la professione medica in questo luogo, ed in vari altri confinanti.
    Oltre il sovra nominato vi sono poi nel luogo altri cinque Notai, che sono li Sig. Ludovico Corio, Bernardo Perello, Pietro Antonio Vignati, Giacomo Antonio Noveri, e Matteo Monetti, essendo il primo Segretario attuale di Comunità.
    Due Speziali con piazza, e bottega separata (ossia con due farmacie separate) che si chiamano Sig. Andrea Nepote, e Sig. Giovanni Battista Tibaldi.
    Vi è anche il Cerusico approvato (termine con cui per molti secoli si indicò il chirurgo) Sig. Giovanni Domenico Cerva, e Flebotomista (medico che eseguiva i salassi) il Sig. Grato Cerva. Agrimensore (geometra) il Sig. Lorenzo Rusca.
    Gli altri abitanti s’impiegano nei “travagli” dell’agricoltura, ed alcuni fanno i rivenditori di pollame e uova, andando qua e la a far la compra di questi generi, che conducono poi a Torino per la vendita.

    Fiere, mercati e commercio
    Fiere e Mercati non se ne fanno, e non vi son miniere. Non vi è commercio, ne manifattura, e non è Paese proprio per introdurvene (con questa considerazione l’Intendente ritiene che Nole non sia un paese in cui vi convenga introdurre industrie, che iniziarono a comparire solo nel XIX secolo).
    Vi è solo un Mulino (per macinare il grano) a due ruote, di proprietà del detto Sig. Marchese Feudatario.

    Consiglio comunale e persone abili al medesimo
    Il Consiglio Ordinario della Comunità resta composto d’un Sindaco e quattro Consiglieri, e i soggetti più abili per adempiere ad un tal rispettivo impiego sono i suddetti signori: Sig. Medico Ignazio Domenico Corio, Sig. Notaio Giacomo Antonio Noveri, Sig. Notaio Bernardo Perello, Sig. Lorenzo Vignati, Sebastiano Pich, Cesare Rogliardo, Bernardo Nepote, Giò Paolo Novero, Alessio Ruella, Domenico Merlo Pich, Giuseppe Petrato, Batta Pich fu Martino, Matteo Pich, Giacomo Antonio Ruvella, Giovanni Nepote e Martino Nepote.
    Ed il più considerato nel luogo, avendo anche un forte Registro (cioè un consistente registro catastale, ossia molte proprietà) è detto Sig. Medico Ignazio Domenico Corio, persona anche di buon giudizio, e savia condotta.
    Gli affari del pubblico si sono ritrovati competentemente diretti, e per qualche contabilità degli esattori scorsi riconosciute si son dati gli opportuni provvedimenti per la di loro liquidazione, ed evacuo d’ogni reliquato (l’Intendente in pratica ha dato delle indicazioni agli amministratori per saldare i debiti residui).

    Liti vertenti
    La Comunità ha una lite attiva avanti l’Eccellentissimo Senato contro Ciriè, e San Maurizio per costringerle ad eseguire le opere previste dal Sig. Ingegnere Castelli per le riparazioni da farsi attorno alla Bealera d’esse due Comunità, che discorre per questo territorio.
    “Essendo per altro da qualche tempo detta lite sopita”, l’Intendente invita l’Amministrazione a dover fare tutte quanto necessario per la definizione della suddetta lite, per eliminare i “guasti che arreca detta Bealera ai beni situati da una parte e dall’altra della sua asta col versamento delle acque a luogo a luogo, dove non son più le sponde consistenti”.

    Casa comunale e archivio
    La Comunità ha dentro il luogo la sua casa propria, in cui si tiene la Scuola, si fanno le Congreghe del Consiglio, e si custodisce l’Archivio delle scritture della medesima.
    Esso archivio, che esiste nella stanza all’ultimo piano di detta casa, consiste in una “guardarobba” a quattro portine, ben tenuto, custodito, e regolato, ma ormai pieno.
    Si trova provvisto di suo inventario ben formato, ma solo estenso fino al 1734, per il che si è ordinato doversi continuare il medesimo inventario, e di riporsi nello stesso tempo le scritture da allora in poi dentro lo stesso Archivio, con tutti i Quinternetti, che si sono rinvenuti mancanti, e preceduti al corrente triennio, e di ingrandire lo stesso Archivio, facendo formare una nuova “guardarobba” in aggiunta a minor spesa al Pubblico, e con le cautele prescritte dalle Regie Istruzioni.
    E non essendosi trovato il Registro delle Ricevute per l’estrazione delle scritture da detto Archivio, si è pure incaricato penalmente detto Segretario a doverlo provvedere.
    (Come visto anche negli altri paesi l’Intendente controlla sempre con molta cura la tenuta dell’archivio comunale, ordinando in questo caso il completamento dell’inventario che è risultato incompleto, e soprattutto alla formazione del registro dei documenti che vengono estratti dall’archivio e a chi vengono dati.)

    Catasto
    Il Catasto debitamente formatosi nell’anno 1685, resta ancora di servizio, massimo per l’identità de beni, e quantitativo del Registro collettato.
    (In questo caso l’Intendente rileva che il catasto ormai vecchio è ancora valido per identificare le varie particelle e la loro estensione, ma non più per l’identità dei possessori.)
    Il primo libro dei Trasporti, che si era fatto relativo all’anzidetto Catasto, per essersi coll’andar degli anni reso fuori servizio, se n’è indi formato un altro, e questo trovasi mancante, senza che sappia fondatamente la Comunità da chi possa esser stato preso, e sottratto, sicchè il terzo, ed ultimo libro dei Trasporti corrente per non esser corrispondente né a detto Catasto, né al primo dei libri dei Trasporti suddetto, vi è motivo di temere che li Registri non restino, come di ragione, intestati in capo dei rispettivi Particolari.
    Quindi si son gli Amministratori, e Segretario suddetto fortemente comminati a dover senza ritardo fare tutte le parti più pronte, e proprie per il rinvenimento di detto libro secondo dei Trasporti, per poter col dovuto confronto di questo col suddetto corrente, coll’attento esame ad un tempo di detto Catasto vender accertato il servizio pubblico, sotto pena a cui sopra di contabilità in proprio, oltre della sospensione de loro stipendi e parcellari.
    L’intendente constatata la mancanza del secondo registro dei Trasporti, ossia dei passaggi di proprietà, ordina di fare tutto quanto possibile per ritrovarlo, minacciando gli amministratori e il segretario di addebitargli il costo e di sospendergli lo stipendio.
    Inoltre essendosi riconosciuto che detto Segretario nel procedere alle mutazioni del Registro ometteva la designazione dell’ordinato (cioè l’indicazione dell’atto di passaggio di proprietà), che vi deve precedere, si è perciò ingiunto il medesimo a dover in tali casi designare non meno l’ordinato, quanto anche le altre regole osservar in tutto, e per tutto, come resta espresso dal Regolamento dell’Ufficio in stampa 22 settembre 1739.
    Infine l’Intendente ha anche ordinato alla Comunità di far eseguire due “grida” nei mesi di Giugno e Dicembre di cadun anno per invitare i nuovi Possessori dei beni alla presentazione dei loro titoli al Consiglio per il fine del “trasporto a loro colonna” dei loro beni, come prescrivono le ultime Regie Istruzioni.
    Attualmente nell’archivio comunale è presente il catasto del 1685, mentre non è chiaro se il secondo volume delle mutazioni venne ritrovato; nell’archivio ora è presente un volume dei trasporti dal 1683 al 1735 e poi un altro, successivo alla visita dell’Intendente, che va dal 1773 al 1808.

    Congregazione di Carità
    Si mantiene in ogni miglior modo possibile la Congregazione di Carità, sebbene non abbia redditi fissi di sorte alcuna e col prodotto dalle ricerche generali, e particolari, giunte le varie sovvenzioni a parte, che si fanno da persone caritatevoli, si vanno sostenendo li Poverelli anche in tempo della loro infermità.

    Qualità de beni
    Generalmente li beni di questo territorio sono poco fruttiferi per la mala qualità dei terreni ghiaiosi e sassosi, potendosi ciò anche desumere “coll’occular” ispezione dalla grande quantità di pietre, che si trovano sopra le strade pubbliche dello stesso territorio, non mancano però i proprietari terrieri di dar tutta la coltura possibile ai loro beni, soprattutto attorno agli Alteni per esser il vino la maggior parte della raccolta (in effetti il territorio era circondato soprattutto da alteni – l’alteno, conosciuto anche come arbustum gallicum è un campo coltivato con piante di vite. La differenza con il tradizionale metodo di coltivazione della vite, che prende il nome di vigneto, è che nel campo di alteni la vite viene abbinata alla coltivazione di altre piante da fusto o alla posatura di pali di legno (o di altri materiali), i quali hanno entrambi la funzione di sostenere i rami della vite in modo che possano crescere sollevati da terra. In pratica l’insieme dei pali (o delle altre piante) fanno sì che la parte frondosa della vite crei una sorta di tetto al di sopra di essa. Da tale soffitto verde sarà poi possibile raccogliere i frutti al tempo della vendemmia – e dai dati della produzione del tempo si produceva più del doppio del vino necessario alla popolazione), sebbene sovente le viti deperiscono per la qualità anche ben fredda dei terreni altenati, e tuttavia poco, nonché mediocre, è il prodotto che ricavano da detti beni, giunto anche il non esser sufficiente il fieno, che si raccoglie dai prati loro per far il letame che sarebbe necessario (per rendere fertile) alla qualità fredda e sassosa d’essi terreni, e ciò quantunque una parte di detti prati goda del beneficio dell’infrascritta Bealera per il loro adaquamento (irrigazione).

    Pascoli
    E li beni comuni inservienti al pascolo dei Bestiami sono per lo più gerbidi, producenti solo qualche cespugli di spine, e goretti, ed in bona parte giare nude, e qualora si volesse metter una parte di tali terreni comuni a coltura sarebbe più la spesa, che il frutto sperabile, oltre che poi restano di totale necessità al pascolo suddetto, et quanto ai beni registrati del presente territorio, non ve ne sono alcuni d’essi, che si trovano vacanti ed incolti.

    Fiume e torrenti
    Vien poscia il territorio in parte intersecato dal Fiume Stura, e dai Torrenti Banna, e Fisca, dai quali ne vengono li beni a soffrir danno riguardevole per le corrosioni, che quelli apportano frequentemente (a seguito delle inondazioni) e su tale proposito si è raccomandata l’attenzione e la vigilanza per far eseguire, ove sarà possibile, i ripari necessari.

    Bealere
    Vi è una Bealera, che si deriva dal Fiume Stura sovra le fini di Lanzo in distanza da questo luogo miglia tre per concessione rapportata da quel Sig. Feudatario, per cui gli paga questa Comunità in concorso dell’altra di Villanova un annuo canone, servendosi li particolari dall’acqua d’essa Bealera per inaffiar gli uni dopo gli altri li loro beni prativi alla meglio, che possono, per non esservi alcuna distribuzione, ne riparto.
    Il Territorio trovasi sufficientemente provvisto d’alberi, et massime di Moroni (gelsi) in tutti quei posti, dove si producono utilmente.

    Visita delle Strade
    Sendovi per fine proceduto alla visita di sei strade pubbliche, che si trovano sul territorio, si sono dati sul posto li dovuti ordinamenti per il riparo delle medesime et di quella principalmente chiamata delli Aijrali e dell’altra tendente al luogo di Grosso, con essersi comminato gli Amministratori di dover vegliare per la conservazione in buono stato di dette strade a tenore de Regi Ordini, e Circolari dell’Uffizio reiteratamente datesi, sotto le pene di cui in esse.

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