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mercoledƬ, Aprile 16, 2025

    Pompei: la vita sepolta dalla cenere

    Secondo la tradizione mitologica Pompei sarebbe stata fondata da Eracle al suo ritorno dalla Spagna e dopo aver fatto sfilare i buoi sottratti a Gerione in un corteo trionfale (pompa). Dalle fonti archeologiche e letterarie invece, veniamo a conoscenza che furono gli Osci, antica popolazione di origine campana dellā€™VIII secolo a. C., a farĀ Ā nascere la cittĆ . Successivamente Pompei divenne un possedimento in mano a gente di origine greca e dopo ancora finƬ sotto il controllo degli Etruschi. Strabone, geografo greco, narrĆ² che gli Osci occupavano sia Neapolis sia Pompei e che questā€™ultima fu in seguito presa dai Tirreni (gli Etruschi appunto), dai Pelasgi e in ultimo dai Sanniti. La sua posizione strategica a lato del fiume Sarno, che a quel tempo era navigabile, faceva di Pompei un territorio particolarmente favorevole allo stanziamento di varie popolazioni. Inoltre lā€™interesse nei confronti della cittĆ  campana veniva incrementato dal fatto che il territorio era molto fertile e permetteva la produzione di vino, olio, lana e grano. Plinio il Vecchio, storico naturalista romano morto durante lā€™eruzione, esaltava alcune prelibatezze della zona tra cui ilĀ garum, una salsa di pesce prodotta in cittĆ .
    Il dominio etrusco durĆ² fino alla battaglia di Cuma del 474 a.C. quando Pompei cadde in mano dei Greci. Ma giĆ  nel 425 a.C. la cittĆ  veniva occupata dai Sanniti i quali mantennero la loro influenza fino agli inizi del III secolo a.C. quando vennero sconfitti dai romani. Sotto Roma, Pompei mantenne la propria autonomia per quanto riguarda le istituzioni e la lingua usata in cambio della fornitura di navi e soldati durante eventuali guerre. Questo periodo di parziale indipendenza alla corte di Roma coincise con un periodo di fermento sotto lā€™aspetto economico ed edilizio. Lā€™alleanza con Roma andĆ² in frantumi agli inizi del I secolo a.C. quando Pompei, insieme ad altri centri campani, tentĆ² di ribellarsi al dominio capitolino ma dovette cedere allā€™assedio condotto da Silla nellā€™89 a.C. La cittĆ  subƬ lā€™occupazione dellā€™esercito romano e nellā€™80 a.C. fu ridotta a tutti gli effetti a colonia con il nome di Colonia Cornelia Veneria Pompeianorum. Dopo la riduzione a colonia, Pompei assunse lā€™aspetto tipico di un centro urbano romano, con la costruzione di grandi edifici pubblici, con lo sviluppo di botteghe di vario tipo e con lā€™edificazione di tipiche ville nobiliari. La cittĆ  si espanse oltre le cinta murarie originali e divenne un centro commerciale di riferimento nella regione.
    Nel 62 d. C. Pompei era in piena espansione quando un violento terremoto la colpƬ insieme a molte altre cittĆ  campane. I lavori di ricostruzione degli edifici colpiti dal sisma erano ancora in corso quando il 24 agosto del 79 d.C. lā€™intera cittĆ  venne completamente sepolta dai materiali piroclastici provenienti da unā€™eruzione del Vesuvio. Dopo lā€™eruzione lā€™intero abitato si trovĆ² sotto una coltre di pomice e di cenere dello spessore di 4 o 5 metri. Con il trascorrere del tempo sopra questa coltre si depositarono strati e strati di humus che resero lā€™area nuovamente fertile portando allā€™installazione di sporadici agglomerati rustici, che perĆ² non avevano nulla a che vedere con una vera e propria rifondazione della cittĆ . Tutta lā€™area vesuviana fu in realtĆ  abbandonata dalla presenza umana, venne ricoperta da una fitta vegetazione e le zone attorno al fiume Sarno divennero paludose.
    Le prime testimonianze riguardanti la scoperta dei resti dellā€™antica Pompei risalgono alla fine del Cinquecento e furono rinvenimenti del tutto casuali dovuti allā€™aumento demografico di Napoli e alla conseguente costruzione di un canale che avrebbe dovuto far convogliare le acque dal Sarno ai mulini di Torre Annunziata. Per assistere a scavi sistematici bisognerĆ  attendere il 1748, quando la scoperta di Pompei avveniva di pari passo a quella di Ercolano e degli altri centri vesuviani sepolti. A inizio Ottocento con lā€™occupazione francese del regno di Napoli si ebbero nuovi impulsi alle attivitĆ  di indagine e recupero dei reperti grazie soprattutto al profondo interesse culturale di Carolina Bonaparte, moglie di Gioacchino Murat. Con il ritorno dei Borboni sul trono di Napoli il progetto di recupero archeologico di Pompei subƬ unaĀ Ā battuta dā€™arresto che riprese solo allā€™indomani dellā€™UnitĆ  dā€™Italia. Il periodo piĆ¹ florido per Pompei fu dai primi anni Venti fino agli anni Sessanta del Novecento quando si procedette sia al dissotterramento stratigrafico (tecnica secondo la quale si procedeva a levare gli strati orizzontali di terreno dallā€™alto verso il basso) sia alla colata di gesso nelle impronte lasciate sulla cenere.
    Se lā€™eruzione ha determinato la fine di Pompei, al contempo ne ha preservato gli edifici e il tessuto urbano nel suo complesso, consegnando ai posteri tutta una serie pressochĆ© intatta di elementi che ci ha permesso di venire a conoscenza di vari aspetti della vita quotidiana e di ricostruire la storia di questo tesoro unico al mondo.

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