Te ne accorgi che viaggiamo verso il Natale anche senza guardare il calendario. Le vie del centro festosamente illuminate, le vetrine sfavillanti, la pubblicità che ci sommerge e l’incessante scambio di auguri, tutto ci porta a concludere che siamo alla vigilia di questa grande festività. Sono ormai 2023 le volte che il mondo festeggia la nascita di Gesù Bambino e ogni volta questa ricorrenza ci ricorda quando nacque in Palestina il figlio di un falegname che con la sua venuta ha spaccato la storia in due: prima di Cristo, dopo Cristo. Un avvenimento, questo, che ha ancora con sé – oggi più che mai – un carico immenso di speranza, un grande invito ad aprire le porte della pace nel mondo. Lo aspettiamo questo giorno anche perché sarà di certo un momento per capire meglio il nostro tempo, per attenuare le nostre paure e le nostre profonde inquietudini. E l’inquietudine del mondo ormai è anche qui tra noi, anche dentro il Natale.
Oggi il mondo ha in corso due guerre rabbiose, un’inflazione sempre più galoppante, femminicidi quasi giornalieri, barconi di migranti sempre pieni e sempre disperati, un clima impazzito e molto altro. C’è un qualcosa di impalpabile nell’aria la gente cerca di capire cos’è successo e soprattutto: cosa capiterà?
Nel nostro presente, celato tra le pieghe delle parole, indubbiamente, dietro di esse vivono sempre le tracce della nostra storia, piccola o grande che sia. Ricordandoci, nell’andar per la vita, che il Futuro è pur sempre solo e soltanto un’ipotesi, mentre il Passato è una certezza, una realtà concreta.
Le Parole, dunque. Quali scie del passato, ormai stanco, anche e soprattutto di parole, che non possono più aiutare ad intercettare il futuro. Eppure la speranza di un mondo migliore è lì, non può essersi perso nelle strade tortuose di questo nostro mondo. Questo per i più giovani, ma per gli anziani? Il tempo delle sfide è finito, resta ancora il tempo della vita e delle memorie, e uno allora pensa di lasciare da qualche parte delle scie, dei segni, delle parole. Ma le parole sono suono, i pensieri sono aria e la vita va per conto suo. Restano i rumori della memoria, le grida del cuore. San Paolo disse che “aiuta assurdamente sperare contro ogni speranza”.
E allora il Natale , questo nostro Natale, sia tempo di auguri e di speranze anche per chi non crede. Un augurio fervidissimo per tutti, specie per i malati, gli anziani, i poveri, per le tante solitudini.
Auguri, Buon Natale!
Natale, parole ormai stanche?
Le inquietudini del mondo
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