Appena due anni dopo l’Unità d’Italia nasceva a Ceretta di San Maurizio la Società Operaia di Mutuo Soccorso. Era esattamente il 1 aprile 1863 quando un gruppo di 26 amici decise di dare vita a una cooperativa che aveva come scopo quello di aiutare e aiutarsi vicendevolmente.
Sono trascorsi 161 anni da allora e a Ceretta ancora oggi è vivacissima la Società Operaia. Continua la sua brillante vita, fra la trattoria paesana, “Emme”, l’affitto di alcune sale dello storico edificio per attività sociali e ludiche e, ciliegina sulla torta, la vendita di prodotti alimentari ai soci della cooperativa. È proprio il caso di dire che in 161 anni di storia e di storie poco è cambiato nella bellissima vita associativa.
Siamo in via Cubito, 11 a Ceretta, a due passi dal capoluogo di San Maurizio, dove siamo ricevuti con grande gentilezza dall’attuale presidente, Claudia Tonello, insieme al marito Ettore Salvino, past president, che ha tenuto per tanti e tanti anni la carica. Claudia Tonello guida il gruppo dei consiglieri, formato da: Ettore Salvino, Valter Chiara, Giuliano Gravili, Carmelo D’Angelo, Lorena Mameli e Sergio Batti.
Quando parcheggi l’auto, e ti accingi a percorrere l’ampio cortile che ci separa dall’edificio, comprendi già quale accoglienza verrà riservata al visitatore. Luci soffuse illuminano l’ampia corte, (che in estate adibita a ristorante), ma è poi quando entri nella sede che inizi a meravigliarti. Proprio oltre l’ampio parcheggio, un tempo utilizzato per i campi da bocce, troviamo il salone bar-ristorante con annessa pizzeria. Una bella atmosfera pregna di profumi e aromi casalinghi, con molti clienti seduti ai tavoli. Al piano primo dell’edificio sociale ecco il salone delle feste affrescato con un rosone centrale che richiama lo stemma sociale e contraddistinto dalla stretta di mano, che rappresenta connessione, rispetto e alleanza tra persone. Nient’altro che il vero spirito mutualistico.
Alle pareti tantissimi ricordi di tempi antichi e nelle sale altrettanti attrezzi utilizzati dai soci per l’aiuto vicendevole, come il banco scuola doppio per i bambini dei soci, una pompa per attingere il vino dalla botte e trasferirlo alle damigiane, e molti ordini di approvvigionamento viveri. E di buon barbera “da pasto”, che ci dice Ettore “andava a fiumi fra i soci”.
E ancora oggi, mentre passeggiamo in questi saloni chiacchierando con la presidente, ci rendiamo conto che sono cambiate molte cose in un secolo e mezzo di vita. Ad esempio, il vino non si produce più in casa, ma in alternativa la Cooperativa acquista del parmigiano dalla casa produttrice e lo rivende ai soci senza nessun ricarico, al prezzo di costo. E così anche per alcuni altri prodotti.
La cooperativa cerettese non si limita però all’approvvigionamento, ma organizza lezioni di biodanza, di yoga, e propone attività ludiche, quali le passeggiate notturne in bicicletta.
Un libro ci viene gentilmente donato: “Centocinquanta più uno” non dimentica le memorie e gli aneddoti della Società Cooperativa cerettese, “la più antica tra le similari organizzazioni presenti sul nostro territorio” scrivono le due autrici, Leandra Brunetto e Sara Durando. E noi oggi siamo più che mai orgogliosi di riproporre alla memoria dei nostri lettori tutto ciò, invitandoli a fare visita alla Società, magari in un pomeriggio qualunque o in un giorno festivo: un tuffo nel passato di quella che era la bella atmosfera di un tempo. Non sarà sicuramente tempo sprecato.