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Julio Velasco e la “cultura dell’alibi”  

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Per vincere nello sport ma anche nella vita é necessario assumersi le proprie responsabilità
Le Olimpiadi di Parigi hanno fatto esultare  gli Italiani per tutti i risultati di rilievo ottenuti, ma il torneo femminile di volley li ha fatti maggiormente gioire grazie alla vittoria schiacciante delle nostre atlete allenate dal commissario tecnico della Nazionale Julio Velasco, che è  diventato il più vincente allenatore della storia del volley e forse anche un filosofo pratico  spiegando cos’è “cultura dell’alibi”.
Quando qualcosa non va nel verso giusto, generalmente ci si lamenta oppure si scarica la responsabilità su qualcun altro. L’alibi diventa  soltanto  una scusa, un pretesto con cui mettersi sulla difensiva e con il quale un atleta  cerca di  provare di non essere responsabile dell’errore commesso. La cultura dell’ alibi è profondamente legata alla crisi della responsabilità, Infatti la deresponsabilizzazione produce un effetto negativo  sulla produttività della squadra, i cui atleti  più si lamentano e meno fanno accadere le cose che servono alla coesione del gruppo.
Per  imparare a saper perdere senza abbattersi serve una   mentalità vincente le cui   componenti principali sono tre :
1)Le risorse e/o potenzialità. Quelle che l’atleta ha dentro di sé e che,  generando determinazione e infondendo consapevolezza,  lo spingono ad agire e a compiere  scelte basate sulle sue capacità e sui suoi valori.
2)La fiducia e/o la speranza.  È un baluardo contro la tendenza alla rassegnazione, sia essa la nostra, ma soprattutto quella che induciamo nel gruppo. La fiducia ci permette di rispettare  i ruoli e di aderire ai loro, necessario per un cambiamento. Perché  il gioco di squadra conduca  alla vittoria occorre imparare la strategia che aiuti a nascondere i propri difetti ed a evidenziare quelli dell’avversario.
3)La  voglia di vincere e/o di superarsi. Atteggiamento necessario per superare i limiti personali e per minimizzare le proprie difficoltà. Per questo bisogna  imparare ad ascoltarsi e soprattutto ad adattarsi alle circostanze. Il punto chiave consiste nell’accettare che l’altro o l’altra squadra abbia fatto obiettivamente meglio di noi. Per questo è necessario prendersi una pausa di riflessione allo scopo di capire i propri errori e, nel confronto con i compagni di squadra, assumersi le proprie responsabilità. Questo significa, imparare a  saper perdere, e quindi ad accettare che l’altro abbia fatto meglio di noi.
Una frase appropriata che dobbiamo probabilmente a Velasco riassume l’efficacia di questo allenamento: “Ho conosciuto diversi atleti, alcuni vincenti e altri perdenti. Qual è la differenza?I vincenti trovano soluzioni, i perdenti cercano degli alibi.” Questo è quello che ha permesso alla nostra nazionale di volley di vincere le Olimpiadi di Parigi!”

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