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Comune di Caselle Torinese
martedì, Aprile 15, 2025

    Non succede


    Avendo la Regione e l’Area Metropolitana imposto importanti modifiche al Piano presentato da Marsaglia, Il Consiglio Comunale deve tornare ad occuparsi dello strumento urbanistico che, sui terreni (ex Kelemata) compresi tra via Colombo, via alle Fabbriche, via Venaria, consentirebbe l’edificazione di nuovi appartamenti con palazzine di sette piani ed una eventuale scuola e con la previsione dell’abbattimento di tre edifici nel centro storico per farne piazzettine, trasferendo la relativa cubatura all’interno delle aree Rn1a. Si è riaperto l’iter di approvazione.
    Siamo stati contrari al piano così come proposto dall’Amministrazione nel 2023 perché non prevede spazi per attività commerciali e negozi, di prossimità, non prevede servizi necessari come la farmacia e attività ricreative. Non prevede luoghi di socializzazione come la piazza, non prevede impianti per attività sportiva. Mentre, a nostro giudizio, avrebbe senso solo se avesse l’ambizione della riattivazione socio-urbanistica di tutta l’area ovest, cresciuta in maniera caotica e disordinata in questi venti anni, nei quali il Piano Regolatore è stato “violentato” da innumerevoli deroghe.
    Molto negativa anche la ricaduta sul centro storico perché con l’abbattimento dei tre edifici si insiste nella poco ragionevole politica di desertificazione, anziché puntare ad un vero rilancio del nostro centro.
    Il sindaco Marsaglia e la sua maggioranza hanno sempre rifiutato ogni tipo di confronto e non solo: chiusura totale verso ogni possibilità di dialogo con l’opposizione. Addirittura in Commissione Urbanistica la presidente non consentì al nostro consulente di intervenire.
    Su un progetto così importante, sarebbe bello un confronto aperto e trasparente che coinvolga oltre ai tecnici e i costruttori anche le associazioni e i casellesi. Sarebbe bello ma a Caselle non succede.

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    il Capogruppo Consiliare
    dott. Endrio Milano

    2 Commenti

    1. E’ davvero un peccato, perché sarebbe un’ottima occasione per sperimentare pratiche partecipative che vedono i cittadini attivamente coinvolti. In Italia ci sono numerose esperienze in cui i cittadini sono i diretti promotori e gestori della riqualificazione del loro contesto urbano. Potremmo prenderne spunto?

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