Viviamo in un mondo in cui tutto accade in un istante. Le notizie si divorano in pochi secondi, i video devono catturare l’attenzione nei primi tre, le notifiche spingono continuamente nuovi aggiornamenti. La frenesia del digitale ci ha abituati a un consumo rapido e frammentato delle informazioni. Ma in questa corsa alla velocità, ci stiamo davvero arricchendo o stiamo solo rincorrendo contenuti effimeri? Il movimento Slow Media nasce proprio per rispondere a questa iperstimolazione, proponendo un consumo più selettivo e attento, che consenta di riflettere e approfondire senza lasciarsi trascinare dal flusso incessante delle informazioni.
Questo approccio non significa rinunciare alla tecnologia, ma piuttosto scegliere come e quando utilizzarla. Selezionare con cura le fonti di informazione, concedersi il tempo per una lettura senza interruzioni, riscoprire il piacere di un articolo ben scritto o di un documentario che invita alla contemplazione sono alcuni modi per rifiutare la superficialità e abbracciare un’esperienza digitale più consapevole. Negli ultimi anni, il sovraccarico informativo ha portato a una lettura sempre più distratta e frammentata. Troppe notizie da seguire, una quantità infinita di video che si susseguono senza soluzione di continuità, l’ansia di perdere qualcosa di importante: tutto questo riduce la capacità di assimilare davvero ciò che leggiamo o vediamo. Alla lunga, questa frenesia logora anche la concentrazione e il pensiero critico.
Eppure, alternative esistono. Alcune riviste cartacee o digitali, come Internazionale o Il Post, offrono articoli più lunghi e curati, pensati per chi vuole comprendere a fondo un argomento. Anche su YouTube esistono creatori di contenuti che hanno scelto un approccio più riflessivo, come Alessandro Masala con il suo canale “Breaking Italy” offre analisi critiche e dettagliate delle notizie quotidiane, adottando uno stile discorsivo ma profondamente analitico. Andrea Moccia, con il progetto “Geopop”, rende accessibili temi complessi legati alle scienze della Terra, affrontando argomenti ambientali con un approccio chiaro e rigoroso. Infine, il professor Alessandro Barbero, attraverso conferenze e interventi pubblicati su YouTube, porta avanti una divulgazione storica approfondita e coinvolgente, dimostrando come anche la storia possa essere raccontata con pazienza e passione, senza il bisogno di semplificazioni eccessive. Ma sono solo alcuni tra molti “content creator” che hanno scelto la strada della divulgazione, dell’informazione o anche della didattica, adottando strumenti digitali e pubblicandoli su piattaforme digitali online.
Il movimento Slow Media si fonda su un manifesto che ne delinea i principi fondamentali. Tra questi, spicca l’importanza della sostenibilità, che riguarda non solo l’uso consapevole delle risorse ma anche il benessere di chi lavora nella produzione mediatica. Altro concetto chiave è la promozione del monotasking, un’idea che va controcorrente rispetto alla tendenza diffusa del multitasking digitale. Concentrarsi su un contenuto alla volta permette di apprezzarlo appieno, migliorando la comprensione e la capacità di pensiero critico. Inoltre, lo Slow Media è per sua natura sociale: non punta alla viralità fine a se stessa, ma alla costruzione di comunità attorno a contenuti di valore, favorendo il dialogo e lo scambio autentico tra autori e lettori.
Un esempio concreto di Slow Media è proprio “Cose Nostre”, che da oltre 50 anni porta avanti un modello editoriale basato sulla qualità e sulla riflessione. Scritto da collaboratori volontari, il giornale prende forma ogni mese grazie al lavoro appassionato di chi, con competenza e dedizione, approfondisce i temi più diversi sotto il coordinamento di Elis Calegari, alla sua direzione da 20 anni a questa parte. Non è un’informazione istantanea, da scorrere in fretta e dimenticare, ma un appuntamento fisso con un giornalismo che si prende il suo tempo per offrire contenuti mirati e ben strutturati. Essendo un mensile cartaceo di 32 pagine, “Cose Nostre” invita i lettori a rallentare, a concedersi il piacere di una lettura distesa, senza la pressione delle notifiche o della connessione costante. Tra le sue pagine si trovano rubriche fisse curate da autori esperti nei rispettivi ambiti. Le pagine di “Cose Nostre” ospitano rubriche fisse che trattano tematiche legate alla cultura locale, alla storia e alle tradizioni del territorio, offrendo approfondimenti su eventi, personaggi e usanze che hanno segnato la comunità. Accanto a questi contenuti, il giornale dedica spazio alla letteratura, con recensioni e suggerimenti di lettura, e al mondo dello sport, con analisi e commenti su discipline e realtà locali. Inoltre, non manca una sezione dedicata alla tecnologia e ai media, per esplorare come il digitale e l’innovazione influenzino la società. Ogni numero è pensato per offrire un’esperienza di lettura che supera la semplice informazione, stimolando la riflessione e il coinvolgimento del lettore. I contenuti pubblicati su “Cose Nostre” sono talmente tanti, importanti e rilevanti che, nella trasposizione online sul sito del giornale (https://www.cosenostre-online.it/), generano un posizionamento molto rilevante su Google per quasi qualsiasi ricerca collegata alla vita e alla storia della nostra città, Caselle.
Integrare un approccio Slow Media nella vita quotidiana non è complicato. Concedersi momenti di lettura senza distrazioni, preferire la qualità alla quantità delle informazioni, imparare a filtrare ciò che merita attenzione sono tutti passi semplici per recuperare un rapporto più sano con il digitale. Creare spazi senza notifiche, limitare il multitasking e sperimentare momenti di digital detox sono strategie efficaci per migliorare la propria esperienza online e ridurre lo stress da connessione costante. Un esempio concreto è la scelta di rinunciare allo smartphone nel letto, sostituendolo con la lettura di un libro, sia in formato cartaceo che su Kindle. Questo piccolo cambiamento aiuta a ridurre l’esposizione alla luce blu prima di dormire, migliorando la qualità del sonno, e permette di dedicare un tempo rilassante alla lettura, senza la continua tentazione di controllare notifiche e aggiornamenti.
Lo Slow Media non è un nostalgico ritorno al passato, ma un modo per riappropriarsi del proprio tempo e della propria capacità di riflessione. Non si tratta di demonizzare la velocità o la tecnologia, ma di riscoprire il valore della lentezza, che permette di vedere, comprendere e ricordare meglio. È un invito a usare il digitale con maggiore consapevolezza, scegliendo quando e come essere connessi, senza farsi travolgere dal ritmo imposto dalle piattaforme e dagli algoritmi. In un mondo che corre sempre più veloce, forse è arrivato il momento di riscoprire la bellezza di rallentare.