‘L Bicerin fu pubblicato solo dal 22 dicembre 1883 al 3 maggio 1884. Nel 1892 Giacomo Sacerdote[1] annunciò un nuovo giornale con il medesimo titolo, ma uscì solo il numero di prova.
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A ‘L Bicerin seguì L’Aso, giornal an dialet piemontèis dal 16 ottobre 1886 al 1887. Usciva il sabato e costava 1 soldo alla copia. Era diretto da Domenico Beccari[2] e Oreste Mentasti”[3], oggi raro[4].
Il disegno della testata era di Giovanni Casalegno[5]; raffigurava un asino con una penna in mano, seduto alla scrivania.
Continuazione de L’Aso fu ’L Birichin[6], giornal piemontèis satirich, leterari, sportiv, umoristich, social», stampato a Torino da Alatti dal 1886 fino al 1926; era ancora ricordato dalle persone anziane negli anni sessanta del Novecento. Fu fondato da Giacomo Sacerdote ed arrivò a tirature di oltre 12.000 copie; sembra che non ne sia sopravvissuta una collezione completa in nessuna biblioteca. Usciva settimanalmente in 6 pagine e pubblicava prose, poesie, corrispondenze, ecc.
Accanto al giornale fiorì anche una importante Biblioteca Popolar Piemontèisa, che raccolse molti degli scrittori di allora.
Tra i collaboratori de ’L Birichin ricordiamo Luigi Pietracqua[7] e Nino Costa.
La storia del «Birichin» è stata narrata in maniera aneddotica da Arrigo Frusta su diversi numeri de Ij Brandé del 1948 (Cfr. i numeri 54, 56, 58, 59 e 61).
De ’L Birichin e di Arrigo Frusta parleremo ancora prossimamente.
Oggi pubblichiamo questa poesia:
ME SINCER RITRAT di Arrigo Frusta
Son ëd rassa piemontèisa tut d’un tòch
coma mè pare a l’ha vorsume fé:
pì fier che l’Artaban, dur coma ‘l ròch,
gnanca Sanson peul feme dé andaré.
J’euj limpid e seren, ël nas a cròch[8],
la boca larga, fàita për basé.
Sovens ël cheur a rij e a seugna ‘n pòch
ij seugn ch’a fan ij cit o ij fafioché.
Con tut lò, quand ch’i ancrosio na furmìa
su la mia stra, la schivio e i-j dijo « bondì,
bon viage, bon travaj, sorela mia ».
Për j’amis i son bon parèj dël pan
ma i j’eu un crussi, un magon, seu gnanca mi…
Cavour, contacc! — che a l’ha fame italian…
[1] Giacomo (Giacolin) Sacerdote (Torino 23 febbraio 1868 – Lugano 23 febbraio 1944).
A volte confuso con l’omonimo Camillo.
Fu giornalista, poeta dialettale e autore di commedie per il teatro in piemontese e in italiano. Operò come stampatore, editore di testi e di periodici e, più di rado, come collaboratore a pubblicazioni in italiano ed in piemontese.
Di religione ebraica fu costretto, per sfuggire alle persecuzioni nazifasciste, a scappare in Svizzera dove morì.
[2] Fu uno dei più noti rappresentanti della scapigliatura torinese, autore di alcune opere teatrali inedite, fra cui Le Marghere ’d Cavoret e Le lavandere ’d Bertola.
[3] Anch’egli autore di un paio di opere teatrali poco note.
[4] Se ne trovano copie alla Nazionale di Firenze e di Torino, e alla Biblioteca Reale di Torino.
[5] Giovanni Casalegno (Druento 1861 – Torino 1922). Professore di disegno.
[6] Birichin = birbantello; nell’Ottocento significava: ragazzo di strada, monello.
[7] Luigi Pietracqua (Voghera 1832 – Torino 1901, è stato uno dei più importanti autori di romanzi in piemontese della seconda metà del secolo XIX.
[8] Naso ad uncino