Home RUBRICHE LI CUNTI DI VITTORIO Treno 9924, delle 09,20…

Treno 9924, delle 09,20…

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“Non sei tu che cerchi le storie, sono loro che ti cercano”.
Lo diceva una saggia e anziana donna quando asseriva: ”Quando cammini tra la gente, come al mercato, sei circondato di storia e di vita. Tante vicende quanto sono i cristiani su questo mondo.
Guarda i volti, come guardano, cosa fanno: capirai cosa pensano. Non dicono una
parola eppure stanno parlando di sé. I tuoi occhi devono ruotare e scrutare per
cogliere l’anima di chi ti sfiora.”
Queste parole tornarono alla mente di Francesco al termine di una vicenda che aveva
vissuto mentre il fantastico treno ultraveloce correva sui binari da Napoli e Torino.
Una vicenda che è vera esperienza di vita e che inizia davanti al tabellone degli orari.
Francesco stava seduto di fronte al grande tabellone degli orari della stazione di
Napoli Centrale. Mancava ancora un’ora alla partenza. Impiegò quel tempo per
curiosare tra i numerosi negozi della stazione. Stazioni che, soprattutto le grandi,
sono diventate enormi bazar. Bazar che si mescolano alla tumultuosa e caotica vita di
questi templi dei viaggiatori.
Finalmente giunse l’ora della partenza. Il treno era sui binari, si saliva. Tutti si affannavano nella ricerca del proprio posto.
“Carrozza 5, posto 48. Ecco, ci siamo è il mio posto”, Francesco si accomodò. Al suo
fianco sedeva un uomo dall’apparente età sui cinquanta. Barba incolta, occhi arrossati e stanchi come di chi non ha dormito. Si guardava intorno impaziente, nervoso.
Sembrava che cercasse qualcosa.
Si scambiarono qualche parola di circostanza: dove va, perchè viaggia? Cose così.
Intanto il treno cominciava a sferragliare tra i numerosi scambi dei binari: cercava il
binario giusto per Torino.
Intanto l’uomo seduto al fianco di Francesco continuava ad agitarsi e si guardava
intorno: cercava un volto conosciuto?
Dopo un po’ l’uomo si rivolse a Francesco dicendo: “Io non la conosco ma ho bisogno
di confidarmi con qualcuno, lei mi sembra la persona giusta. Posso farle una
confidenza?”
“Oddio, spero che non mi abbia scambiato per un confessore o qualcosa del genere”,
pensò Francesco. “Prego mi dica pure, se posso aiutarla lo faccio volentieri.”
“Mi è successa una cosa bella e brutta allo stesso tempo. Non so che fare. Ho bisogno
di confidarmi con qualcuno che sappia consigliarmi.”
“Diamoci del tu, è più comodo e ci mette a nostro agio”, disse Francesco.
L’uomo riprese il racconto: ”Sono felicemente sposato, vivo in Svizzera e abbiamo
due splendide figlie. Sono dovuto tornare al mio paese, Pompei, per un lutto
familiare.
In questi giorni ho ricevuto una telefonata da una mia fiamma di vent’anni fa. Mi ha
visto al funerale e mi ha telefonato. “Vediamoci, – mi ha detto – non ti ho mai dimenticato.”
Io avevo, apparentemente, rimosso dalla mente questa donna. Invece è tornata
prepotentemente alla ribalta. La cosa mi ha fatto piacere e allo stesso tempo mi fa
sentire sporco perché io amo mia moglie e adoro le mie ragazze, non ho nessuna
intenzione di abbandonarle: sarei un vigliacco.
Questa mia ex, mi ha detto, che ha divorziato da poco e vedendomi ha sognato di rifarsi una vita con me perché non ha mai cessato di amarmi.
Sono frastornato, non nascondo che la cosa, ripeto, mi ha fatto piacere. Ha detto che
mi richiama tra un po’ per invitarmi a ritornare.
Non so che fare, da due giorni sono in balia di una tempesta: non voglio lasciare mia
moglie ma non voglio offendere questa mia ex con un comportamento ineducato.
Cosa mi consigli di fare tu che sei più grande di me?”
Francesco già altre volte si era trovato coinvolto in vicende di cuore da dipanare. Ci
era sempre riuscito. Questa volta il caso gli poneva una vicenda completamente
diversa: che fare?
“Vedi, – rispose Francesco – in questi casi bisogna mettere tutte le carte in tavola e
andare al cuore dei problemi. Tu, anche se sono passati vent’anni non hai mai cessato
di amare quella donna, anche se l’avevi apparentemente rimossa. Infatti appena hai
risentito la sua voce hai provato piacere. Questo è un fatto. Però allo stesso tempo non vuoi distruggere la tua bella famiglia. C’è una sola cosa da fare, con parole dolci
rispettose ma ferme devi dire alla tua ex che la cosa va troncata senza indugi per i
motivi validi che hai illustrato. Vedi la vita, spesso, ci mette di fronte a situazioni in
cui non bisogna essere ambigui. Bisogna essere chiari nei propositi e nelle intenzioni.
Quando la vita ci chiama alla responsabilità non possiamo girarci dall’altra parte.”

“Ha detto, lo ridico, che mentre sono in treno mi richiama perché vuole riallacciare, è
disposta a partire subito. Dimmi cosa devo dire secondo te?”
“Anche io te lo ripeto, non per brutalità, capisco il tuo travaglio e disorientamento.
Una sola cosa devi dire con fermezza ed educazione: la cosa cessa qui e non può
avere futuro. Ognuno segua la sua strada e relegate la vostra ex storia nell’album delle
storie belle della vita ma che appartengono al passato.”
Arrivò la telefonata. Nel rispondere alla sua ex l’uomo fu educato e rispettoso. Augurò a lei tutta la felicità.
A telefonata conclusa si chinò su se stesso. Forse una lacrima spuntò.
Si girò verso il compagno di viaggio dicendo: ”Ho fatto la cosa giusta. Grazie dei
consigli. Non vedo l’ora di riabbracciare mia moglie e le mie ragazze. Hai ragione, la
vita spesso ci mette davanti sfide difficili che non possiamo schivare. Spesso bisogna
mettere punti fermi e ripartire. E ora beviamo un caffè. I miei parenti, prima di
partire, mi hanno dato un thermos di caffè bollente. Beviamo.”
Bevvero in silenzio la profumata bevanda.
Il viaggio proseguì tranquillo tra confidenze e piacevoli conversazioni. A Milano
l’uomo salutò Francesco dicendo: ”Non ci siamo nemmeno scambiati i nomi. Forse è
giusto così. La vita continua. Le strade si incontrano e si separano. Così è la vita.
Abbiamo vissuto un momento vero fatto di tristezza e felicità. Buon proseguimento.”
Una storia apparentemente di una normale routine. Come tante che, spesso, restano
chiuse nei pensieri. Il protagonista del racconto si è fidato di chi non conosceva: ha
aperto il suo cuore confidando a uno sconosciuto sentimenti e propositi. Merce rara
di questi tempi dove molti si chiudono in se stessi e l’altro è visto come potenziale
nemico. Un racconto asciutto, essenziale. Una storia che non ha bisogno di fronzoli.
Rispetto. Ecco cosa ci va. Rispetto per un travaglio lacerante cui spesso tutti ci
troviamo ad affrontare.
Questo pensò Francesco mentre il treno 9924 riprendeva la sua frenetica corsa verso
Torino.

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