Home SPORT e TEMPO LIBERO Doping: dalla dipendenza all’indipendenza

Doping: dalla dipendenza all’indipendenza

0

La dipendenza è l’incapacità di resistere a uno stimolo psico-fisico percepito come piacevole o a una pressione sociale, manifestandosi come un cedimento della volontà e della capacità critica. La forma più pericolosa è la dipendenza da droghe, i cui effetti deleteri includono la perdita della dignità personale, la regressione a uno stato infantile, una condotta disumanizzante e il distacco dalla legalità, con una sofferenza che nasce dal contrasto tra il bisogno irrefrenabile e la sensazione di vuoto.

L’indipendenza, al contrario, è il raggiungimento di traguardi come l’autonomia decisionale e l’emancipazione dagli stimoli.

Nel contesto sportivo, è necessario interrogarsi sul significato del doping, sulle cause che lo determinano e sulle sue conseguenze. Come ci si può liberare dal doping e dalla dipendenza da sostanze? Il doping consiste nell’uso di sostanze medicinali, naturali o sintetiche, per migliorare le prestazioni psico-fisiche in ambito sportivo, una pratica illegale e pericolosa per la salute, solo apparentemente utile per migliorare le prestazioni. L’integrità fisica e psicologica, pilastri delle prestazioni atletiche, viene infatti compromessa dall’uso di queste sostanze, ed è per questo che la psicologia dello sport ha un ruolo cruciale nella prevenzione del doping e nel supporto a coloro che ne hanno fatto uso.

Le ragioni che spingono al doping possono essere:
a. psicofisiologiche: riduzione del dolore, recupero rapido dagli infortuni, aumento dell’energia e del controllo del peso;
b. psicologiche ed emotive: paura di fallire, ricerca di sicurezza, perfezionismo, perseguimento del successo a ogni costo;
c. sociali: emulazione di modelli di atleti eccezionali, pressioni dell’ambiente sportivo e familiari, aspettative di federazioni, staff e sponsor.

Le conseguenze del doping sono ben documentate e rivelano come le sostanze alterino significativamente la personalità dell’atleta. Gli steroidi, a esempio, possono aumentare la fiducia in sé stessi e la motivazione, ma anche causare aggressività, irritabilità, sbalzi d’umore, insonnia, attacchi di panico e persino disturbi psicotici. Amfetamina e cocaina, utilizzate per aumentare la vigilanza, riducono temporaneamente il bisogno di sonno, ma causano anche aggressività, agitazione e irritabilità, portando spesso a un esaurimento fisico e mentale. La dipendenza fisica e psicologica da queste sostanze è frequente, poiché molti atleti credono erroneamente che i loro risultati dipendano dal doping piuttosto che dall’allenamento, arrivando a vivere per la competizione e a utilizzarla come unica via di fuga dalle ansie quotidiane.

In sintesi, il contrasto al doping deve seguire due direzioni principali:
– aumentare i controlli e applicare sanzioni disciplinari più severe ai trasgressori;
– promuovere la prevenzione tramite controlli medici periodici e una cultura educativa medico-psicologica più avanzata, basata su interventi formativi che informino sugli svantaggi dell’uso di sostanze dopanti.

Infine, è fondamentale far comprendere che chiedere aiuto è un atto di coraggio, non una debolezza.

Dott.ssa Patrizia Multari
Psicologa dello Sport

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version