Abbiamo ricevuto una lettera da un ciclista di San Maurizio, il quale ci segnala che, in seguito all’attraversamento di un semaforo rosso a bordo della bici, ha ricevuto, oltre alla multa, anche una decurtazione di 6 punti sulla patente e si chiede se questo provvedimento, oltre che logico, sia anche lecito. La lettera porta alla luce una generale poca chiarezza del codice della strada riguardo alla circolazione delle biciclette. È ovvio che la bicicletta è a tutti gli effetti un veicolo e deve quindi rispettare le norme del codice ed è ineccepibile che nel caso di attraversamento con il rosso venga data una multa, ma è davvero lecito decurtare punti per un’infrazione commessa a bordo di un mezzo che non richiede la patente?
Al di là del caso in oggetto, vi sono comunque altre situazioni poco chiare in merito alla mobilità ciclistica. Il codice della strada, ad esempio, prevede che, nel caso di presenza di una pista ciclabile, il ciclista sia obbligato a percorrerla e di conseguenza, se venisse investito al di fuori di essa, avrebbe comunque torto. Ma ogni ciclista urbano sa bene che le ciclabili delle nostre città sono spesso occupate da auto in sosta che obbligano il ciclista ad immettersi pericolosamente nella corsa per il traffico motorizzato. Come deve comportarsi in queste situazioni? Inoltre, in molti centri urbani del nostro territorio le piste ciclabili a doppio senso di marcia sono da un giorno all’altro diventate a senso unico (la freccia sull’asfalto in una delle due direzioni è stata coperta con la vernice grigia). Per quale motivo è stato tolto il doppio senso e soprattutto come deve comportarsi per percorrere il tragitto di ritorno, se non è stata predisposta un’altra linea ciclabile?
Ci auguriamo che la lettera del ciclista sanmauriziese possa essere lo spunto per ulteriori approfondimenti su questo tema.
“Mi chiamo Alex Stefani e sono un ciclista. Riparo biciclette e da anni intorno a questo mezzo svolgo attività a scopo sociale, educativo e di promozione della conoscenza del territorio dove vivo. Ho deciso di prendere parola perché nel tardo pomeriggio di domenica 23 febbraio, in sella alla mia bicicletta, ho vissuto una situazione sgradevole che ha a che fare con l’applicazione del Codice della Strada e ritengo di aver subito un abuso. Ammetto di aver attraversato a semaforo rosso un incrocio del mio paese, San Maurizio Canavese. Subito dopo sono stato affiancato da una volante con sirena e lampeggiante, a questo punto ho accostato e mi sono stati chiesti i documenti. Dato il luogo poco trafficato, conscio che il mio attraversamento era avvenuto senza rischi di collisione con altri veicoli, mi aspettavo in effetti un richiamo verbale. Così non è stato. Notando che gli agenti stavano verbalizzando, ho posto loro alcune domande. Ho chiesto chiarimenti sul motivo della multa, se il motivo era l’attraversamento a semaforo rosso e il relativo ammontare. Dopo un prolungato silenzio in cui non mi rispondevano hanno affermato: “Non lo sappiamo, a multa stampata scoprirai il regalo”. Ai saluti finali con tanto di stretta di mano mi ritrovo una multa di euro 161,81 (ridotta a 116,90 entro i 5 giorni) e la sottrazione di 6 punti dalla patente. Sono consapevole di aver sbagliato ma la sottrazione dei punti mi pare illegittima. Io ho una patente ma non possiedo un’auto da 7 anni per una scelta etica e di vita. Considerando che vivo un periodo economicamente difficile, la miglior cosa sarebbe pagare subito il minor importo della multa e non peggiorare la situazione, d’altra parte dispongo di 30 punti sulla patente e perderne 6 non costituirebbe un grave problema per me. Nonostante ciò, sto riflettendo sulla possibilità di fare ricorso. Non sono esperto di leggi ma conosco il Codice della Strada e la mia sensazione è di aver subito un’ingiustizia. Ciò che vorrei davvero è che su tale applicazione del CDS si aprisse un dibattito pubblico perché trovo che il tema abbia ricadute ampie. Non ritengo che attraversare un semaforo rosso con l’auto o in bici sia di gravità paragonabile, la pericolosità di un’auto non è pari a quella di una bici, infatti per guidare la bici non è necessaria una patente ed è illogico dunque decurtare i punti da questa. Inoltre credo che siano davvero rarissimi i casi in cui l’infrazione di un ciclista ha provocato danni ad altre persone. Dobbiamo aspettarci che anche i pedoni con patente perderanno punti se commettono un’infrazione al CDS in uno scenario da credito sociale conclamato? Tutto questo è fortemente discriminatorio perché prevede una punizione aggiuntiva per coloro che semplicemente possiedono una patente di guida ed è un deleterio disincentivo per tutte le persone che decidono di utilizzare il meno possibile i mezzi a motore e di muoversi in bici e a piedi per il bene proprio e comune.”