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Quando sarai piccola: elogio del caregiver

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Il caregiver, letteralmente “prestatore di cura”, è colui che si occupa di assistere un familiare o conoscente ammalato. Non si tratta di un “badante” o di un semplice “assistente familiare”; il ruolo del caregiver implica aspetti emotivi ed organizzativi maggiori.

Il cantautore Simone Cristicchi descrive molto bene nella sua canzone “Quando sarai piccola” un futuro in cui i ruoli si invertiranno, e la persona che prima era “protetta” diventerà “protettrice”, proprio come un genitore lo è per i propri figli.

“Quando sarai piccola, ti prenderò per mano, ti accompagnerò per strada, ti difenderò dal vento.”

La canzone descrive benissimo il ruolo del caregiver: un impegno che va oltre il dovere, un legame che resiste alle sfide della malattia e che si trasforma in una forma di cura profonda e compassionevole.

I caregiver rappresentano una delle figure più nobili ed indispensabili nella società moderna. La loro dedizione, il loro amore incondizionato e la loro resilienza di fronte a sfide quotidiane, spesso invisibili agli occhi di una società sempre più frenetica, meritano un enorme riconoscimento. Questo elogio vuole sottolineare i pregi e gli sforzi di queste persone straordinarie, che con il loro impegno rendono possibile una vita dignitosa per i loro cari malati.

I caregiver sono spesso i primi a notare i segni iniziali della demenza, ed i primi a mobilitarsi per garantire che il loro caro riceva le cure necessarie. La loro dedizione va oltre il semplice dovere familiare; è un atto d’amore che si manifesta in ogni gesto, dalla somministrazione dei farmaci alla gestione delle attività quotidiane. Sono sempre presenti, anche quando la malattia rende il paziente irriconoscibile e difficile da gestire.

La demenza, una delle patologie in cui il caregiver ha un ruolo fondamentale, porta con sé una serie di comportamenti imprevedibili e spesso frustranti. I caregiver devono affrontare momenti di confusione, agitazione e persino aggressività da parte della persona che assistono. Nonostante ciò riescono a comprendere le esigenze e le emozioni dei loro cari. Questa capacità di empatia e di adattamento è una delle qualità più preziose dei caregiver e migliora indubbiamente la qualità di vita del soggetto fragile.

Purtroppo oggi i caregiver sono costretti a mettere da parte le proprie esigenze personali, professionali e sociali per dedicarsi completamente alla cura del loro caro. Rinunciano al tempo libero, agli hobby e persino alla propria salute per assistere il proprio familiare. Questo sacrificio spesso passa inosservato, ma è un atto di altruismo che merita il massimo rispetto e maggiori tutele.

Affrontare il declino cognitivo di una persona amata è un’esperienza emotivamente devastante. I caregiver devono fare i conti con sentimenti di dolore, frustrazione e solitudine, mantenendo al tempo stesso un atteggiamento positivo e rassicurante per la persona assistita. La loro capacità di resistere emotivamente e di trovare forza nelle difficoltà è una testimonianza della loro straordinaria resilienza.

Oltre al supporto emotivo, i caregiver forniscono un’assistenza pratica che copre ogni aspetto della vita quotidiana. Dalla gestione delle finanze alla preparazione dei pasti, dall’igiene personale alla mobilità, i caregiver si occupano di tutto. Questo impegno costante richiede una grande organizzazione e una capacità di problem-solving che spesso supera quella di molti professionisti.

Nonostante le difficoltà, i caregiver riescono a creare un ambiente accogliente e sicuro per l’assistito. Attraverso piccoli gesti di affetto e attenzione, trasformano la casa in un luogo dove il familiare si sente amato e protetto. Questa capacità di infondere normalità e serenità in una situazione complessa è un altro pregio inestimabile dei caregiver.

I caregiver sono eroi silenziosi, che con il loro amore, dedizione e sacrificio rendono possibile una vita dignitosa per i loro cari. La loro pazienza, resilienza e capacità di adattamento sono qualità che meritano il massimo rispetto e riconoscimento. È fondamentale che la società li riconosca e li supporti, fornendo loro risorse e sostegno per affrontare le sfide che incontrano. Grazie a loro, il viaggio attraverso la malattia e la sofferenza, seppur difficile, è percorso con dignità e amore.

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Stefano Di Natale
Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Torino nel 2008, ho partecipato a numerosi protocolli di ricerca in ambito endocrinologico, quattro dei quali pubblicati su riviste internazionali. Mi sono specializzato in Medicina Generale nel 2014. Ho collaborato con l’associazione PCOS-Italy gestendo l’ambulatorio multidisciplinare specifico per donne con sospetta diagnosi di PCOS c/o la Fondazione Tempia di Biella. Sono stato Direttore Sanitario della casa di riposo “Madonna delle Grazie” di Cintano (To), Medico Prelevatore c/o la CDC di Torino, Medico Fiscale e Medico Necroscopo in ASL TO3, Medico Sociale per diverse società sportive tra le quali i Giaguari di football americano ed i Bassotti di calcio a 5. Ho lavorato inoltre per l’istituto di Medicina dello Sport di Torino avendo il privilegio di visitare parte della prima squadra della Juventus FC e del Torino FC. Ho lavorato per vari Juventus Summer Camp (Madonna di Campiglio, Procida e Vinovo), in RAI come medico di struttura durante la registrazione di diversi programmi televisivi, per la Piccola Casa della Divina Provvidenza “Cottolengo” di Mappano, per l’RSA “Casa Serena” a Torino, come Consulente Medico per la Scuola Superiore di Osteopatia Italiana e occasionalmente come docente per corsi di Primo Soccorso BLS per aziende pubbliche. Attualmente sono Medico di Medicina Generale a Caselle T.se, via Roma 19. Ho infine l’onore di essere il Presidente del Lions Club Caselle Torinese Airport e membro del Comitato Medico Scientifico dell’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione “Lorenzo Greco” Onlus.

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