Una grande passione e un legame indissolubile unisce la Croce Verde Torino ai torinesi, e ormai da 50 anni lo stesso legame accompagna anche i cittadini di Caselle e Borgaro. Era infatti il mese di marzo 1975 quando si compivano i primi passi per far nascere un’aggregazione di militi volontari e, a giugno dello stesso anno, avveniva l’inaugurazione della prima sede della Croce Verde a Borgaro, allora situata in piazza Europa. I locali, piccoli ma molto decorosi, erano stati ricavati all’interno di un basso fabbricato, poi abbattuto per far posto all’attuale edificio comunale. Da quella data sono trascorsi esattamente 50 anni. Tuttavia, la vera operatività della sezione iniziò a febbraio dell’anno successivo. Da allora, i militi e le militesse volontarie di Borgaro e Caselle – queste ultime furono le prime donne a entrare nell’Ente dopo la riforma dello statuto – si sono sempre contraddistinti per tenacia, volontà, impegno, valori e preparazione professionale, qualità che appartenevano già, fin dal lontano 1907, alla Croce Verde Torino, da cui ancora oggi dipende la sezione borgarese. Ed è proprio la storia a raccontarci di questa medaglia, trovata per caso, abbandonata in un vaso sopra un banco di oggetti usati al “Balùn”. A narrarcela è un milite della sezione borgarese, appassionato di ricerche storiche e frequentatore di mercatini di oggettistica antica. Sembrava di vederlo passeggiare tra le bancarelle del Balùn quel milite e, per puro caso, imbattersi in un venditore di cianfrusaglie e in una medaglia particolare, la stessa che il lettore può vedere riprodotta nella foto. È di forma circolare, con in alto il toro rampante, simbolo di Torino, e al centro l’incisione abbreviata: “Società Pubblica Assistenza Croce Verde Torino”. Sotto, la Croce Verde a colori e, ai lati, le date 1907 (anno di fondazione dell’Ente) e 1932, a ricordare un evento celebrato in quell’anno. Le ricerche e la passione del nostro volontario lo hanno poi portato a sfogliare testi storici che gli hanno rievocato episodi straordinari, come il fatto che la medaglia era stata consegnata a un milite benemerito il 12 giugno 1932, in occasione di una premiazione. “Siamo a dieci anni esatti dalla marcia su Roma”, ci ricorda, e la Croce Verde, in quel periodo, era stata commissariata per essere accorpata alla Croce Rossa Italiana. Tuttavia, il presidente dell’ente, l’avvocato Gino Olivetti, si oppose con il sostegno di tutti i militi.
Questo fatto, insieme a molti altri, portò alla fine della guerra all’assegnazione, da parte della città di Torino, della medaglia d’oro al valor militare, in riconoscimento dell’alto sacrificio della Croce Verde nella Resistenza e nella lotta di Liberazione dal nazifascismo. A fronte di tale rifiuto, lo stato requisì i pochi mezzi di soccorso di proprietà dell’ente e i militi, pur di continuare a prestare assistenza agli infortunati, rimisero in funzione il cosiddetto “carro di volata”: una barella montata su grandi ruote e trainata a mano da quattro militi. Questo simbolo di dedizione e sacrificio è ancora oggi mostrato con orgoglio nelle attuali sfilate storiche. Una storia che potrebbe svilupparsi per molte altre pagine, ma ci piace ricordare questo ritrovamento casuale della medaglia, collegandolo ai 50 anni di fondazione della Sezione, in attesa del 2026, quando a febbraio ricorrerà l’anniversario dell’insediamento operativo dei militi, un servizio che prosegue ininterrottamente ancora oggi, 24 ore su 24. Per tutti: senza distinzione di razza, colore, rango o religione. Più che mai appropriato il motto dei militi: “Ci siamo sempre, incontriamoci mai”.